L’obiettivo principale dell’incontro dei sindaci, organizzato a Firenze su proposta del sindaco Dario Nardella, era instaurare un dialogo tra le principali città del Mediterraneo e stimolare e presentare diverse proposte per migliorare la collaborazione e supportare la pace. Tra i temi discussi all’incontro di tre giorni, tenutosi nel Salone dei Cinquecento nel Palazzo Vecchio, la possibilità di collaborazione nel settore dell’istruzione e della cultura, l’assistenza sociale e sanitaria per le persone, la conservazione e la tutela del Mediterraneo, ma anche la problematica dell’inquinamento delle acque, l’urgenza di garantire fonti idriche ed energetiche, l’approvvigionamento autonomo di diversi settori con l’energia e fonti alternative e il ruolo dei comuni nella creazione di politiche migratorie, orientate al rispetto dei diritti umani fondamentali.
I sindaci e gli altri partecipanti all’incontro hanno espresso il desiderio che il Mediterraneo, incrocio tra le civiltà occidentali e orientali, tra il settentrione e il meridione del mondo, possa diventare di nuovo un ponte culturale, un luogo di pace e convivenza di diverse culture, nazioni e Paesi.
L’incontro dei sindaci del Mediterraneo si è svolto contemporaneamente all’incontro Mediterraneo frontiera di pace, organizzato dalla Conferenza episcopale italiana, a seguito del primo incontro, tenutosi a Bari nel 2020. A rappresentare la Conferenza episcopale slovena l’arcivescovo e metropolita di Maribor, nonché vicepresidente della Conferenza episcopale slovena Alojzij Cvikl e il vescovo di Celje in pensione dr. Stanislav Lipovšek, i rappresentanti del pubblico laico invece i coniugi Ana e Dejan Glavač e Suzana Tokić della parrocchia di Capodistria. Il filo rosso era simile all’incontro dei sindaci, e cioè collegare e creare rapporti di fratellanza tra le nazioni, secondo il presidente della Conferenza ecclesiastica italiana S.Em. Card. Gualtiero Bassetti, l’unica via giusta, affinché le coste del Mediterraneo possano diventare di nuovo simbolo di unità e non frontiera, come credeva anche Giorgio La Pira, il sindaco di Firenze di cento anno fa.
Per l’occasione, i partecipanti di entrambi gli incontri hanno firmato sabato, 26 febbraio, la Carta di Firenze, e si sono impegnati a preservare la pace e la convivenza, uno sviluppo sociale ed economico sostenibile e la promozione di progetti concreti di inclusione culturale, religiosa, sociale ed economica. Si impegneranno per una maggiore inclusione delle singole città e dei singoli comuni nei processi decisionali in merito alle questioni di sviluppo, al miglioramento del dialogo a tutti i livelli e alla tutela delle vite, dei diritti umani e della dignità dei migranti.